Butinar: “Cosa volete che sia un'imitazione"
Sin da bambino si divertiva a riprodurre le voci dei personaggi di radio e televisione. Oggi ne imita più di cento. I cavalli di battaglia? Pizzul, Totti e Califano
Gigi Sabani è alla tv che sta imitando Enzo Tortora che conduce “Portobello” e Julio Iglesias che canta con la mano destra poggiata sul petto. Il piccolo Gianfranco Butinar è lì, incollato davanti allo schermo, che osserva divertito e ascolta tutto con molta attenzione: gesti, movimenti del viso, espressioni verbali. Poi, di corsa, torna nella sua cameretta e, tutto da solo, inizia a ripetere lo sketch appena visto. Uguale, preciso, identico. è nata una stella? Si, proprio così, perché il “Buti”, conserva la passione, il talento e l’istinto del buon imitatore per tutto il corso della sua adolescenza e oggi, poco più che trentenne, è considerato uno dei maggiori “one man show” del panorama artistico nazionale. “La mia carriera è nata così, dilettandomi a imitare qualunque persona avesse qualche caratteristica particolare. Dai personaggi della tv sono passato in breve tempo a ripetere e parodiare anche le persone più comuni, come mio padre, la maestra delle elementari, gli amici d’infanzia”. Il “gioco”, nell’arco di pochi anni, si trasforma in una vera e propria professione, anche se molto attraente: “Mi è sempre piaciuto riuscire a intercalarmi nella psicologia dell’altro e, una volta centrato il personaggio, è molto semplice riuscire ad assomigliargli in maniera quasi perfetta. Ho sempre usato questo sistema da autodidatta, anche perché non esistono scuole per imitatori”. Nel 1995, mentre la sua carriera comincia a delinearsi sempre più, Gianfranco vince il premio “Alighiero Noschese” riservato agli imitatori più bravi, e inizia parallelamente a realizzare spettacoli teatrali e a lavorare alla radio e in tv. La sua grande passione per lo sport (e per il calcio in particolare), lo portano inevitabilmente a “specializzarsi” in personaggi di questo settore: celebri diventano le riproposizioni delle voci storiche di programmi sportivi come “Novantesimo minuto” e “Tutto il calcio, minuto per minuto”. “Per questo devo molto a mio padre – afferma –, che tutte le domeniche teneva la radiolina e la televisione sempre accesa. Tra i miei personaggi preferiti c’è il “capitano” Totti e, soprattutto, il telecronista Bruno Pizzul che considero un po’ il mio cavallo di battaglia, con le sue mitiche frasi inventate e i memorabili intercalari durante le partite della Nazionale”. Tra i “pezzi forti” dei suoi spettacoli teatrali, una citazione di riguardo spetta necessariamente a Franco Califano, fiore all’occhiello tra le sue imitazioni e autentico amico anche nella vita. “Per me il ‘Califfo’ è un fratello maggiore – dice quasi commosso – una persona fantastica con la quale ho condiviso tanti bei momenti di quotidianità e che nelle mie esibizioni ripropongo sempre con molto orgoglio”. Nell’ultimo spettacolo intitolato “Siamo tutti nella stessa voce”, non mancano le imitazioni di cantanti famosi (un ascetico Renato Zero, un ispirato Francesco De Gregori e un ondeggiante Vasco Rossi), ma nemmeno quelle più pregne di satrira politica (un inquietato Romano Prodi e uno sfiancante Oscar Luigi Scalfaro). Per Butinar, il 2008 sarà un altro anno importante dal punto di vista artistico: oltre a un nuovo spettacolo che s’intitolerà “Arte d’identità” la cui prima è prevista per il 9 febbraio all’Auditorium del Massimo, è in carniere anche uno spettacolo televisivo e altre apparizioni a varie trasmissioni. Insomma, se vi capita di avere la tv accesa e siete convinti di ascoltare un personaggio che vi parla, fate molta attenzione: potrebbe essere una delle oltre cento imitazioni del piccolo, ora grande, Gianfranco Butinar.