lunedì 17 dicembre 2007

Butinar: “Cosa volete che sia un'imitazione"




Sin da bambino si divertiva a riprodurre le voci dei personaggi di radio e televisione. Oggi ne imita più di cento. I cavalli di battaglia? Pizzul, Totti e Califano






Gigi Sabani è alla tv che sta imitando Enzo Tortora che conduce “Portobello” e Julio Iglesias che canta con la mano  destra poggiata sul petto. Il piccolo Gianfranco Butinar è lì, incollato davanti allo schermo, che osserva divertito e ascolta tutto con molta attenzione: gesti, movimenti del viso, espressioni verbali. Poi, di corsa, torna nella sua cameretta e, tutto da solo, inizia a ripetere lo sketch appena visto. Uguale, preciso, identico. è nata una stella? Si, proprio così, perché il “Buti”, conserva  la passione, il talento e l’istinto del buon imitatore per tutto il corso della sua adolescenza e oggi, poco più che trentenne, è considerato uno dei maggiori “one man show” del panorama artistico nazionale. “La mia carriera è nata così, dilettandomi a imitare qualunque persona avesse qualche caratteristica particolare. Dai personaggi della tv sono passato in breve tempo a ripetere e parodiare anche le persone più comuni, come mio padre, la maestra delle elementari, gli amici d’infanzia”.  Il “gioco”, nell’arco di pochi anni, si trasforma in una vera e propria professione, anche se molto attraente: “Mi è sempre piaciuto riuscire a intercalarmi nella psicologia dell’altro e, una volta centrato il personaggio, è molto semplice riuscire ad assomigliargli in maniera quasi perfetta. Ho sempre usato questo sistema da autodidatta, anche perché non esistono scuole per imitatori”. Nel 1995, mentre la sua carriera comincia a delinearsi sempre più, Gianfranco vince il premio “Alighiero Noschese” riservato agli imitatori più bravi, e inizia parallelamente a realizzare spettacoli teatrali e a lavorare alla radio e in tv. La sua grande passione per lo sport (e per il calcio in particolare), lo portano inevitabilmente a “specializzarsi” in personaggi di questo settore: celebri diventano le riproposizioni delle voci storiche di programmi sportivi come “Novantesimo minuto” e “Tutto il calcio, minuto per minuto”. “Per questo devo molto a mio padre – afferma –, che tutte le domeniche teneva la radiolina e la televisione sempre accesa. Tra i miei personaggi preferiti c’è il “capitano” Totti e, soprattutto, il telecronista Bruno Pizzul che considero un po’ il mio cavallo di battaglia, con le sue mitiche frasi inventate e i memorabili intercalari durante le partite della Nazionale”. Tra i “pezzi forti” dei suoi spettacoli teatrali, una citazione di riguardo spetta necessariamente a Franco Califano, fiore all’occhiello tra le sue imitazioni e autentico amico anche nella vita. “Per me il ‘Califfo’ è un fratello maggiore – dice quasi commosso –  una persona fantastica con la quale ho condiviso tanti bei momenti di quotidianità e che nelle mie esibizioni ripropongo sempre con molto orgoglio”. Nell’ultimo spettacolo intitolato “Siamo tutti nella stessa voce”, non mancano le imitazioni di cantanti famosi (un ascetico Renato Zero, un ispirato Francesco De Gregori e un ondeggiante Vasco Rossi), ma nemmeno quelle più pregne di satrira politica (un inquietato Romano Prodi e uno sfiancante Oscar Luigi Scalfaro). Per Butinar, il 2008 sarà un altro anno importante dal punto di vista artistico: oltre a un nuovo spettacolo che s’intitolerà “Arte d’identità” la cui prima è prevista per il 9 febbraio all’Auditorium del Massimo, è in carniere anche uno spettacolo televisivo e altre apparizioni a varie trasmissioni. Insomma, se vi capita di avere la tv accesa e siete convinti di ascoltare un personaggio che vi parla, fate molta attenzione: potrebbe essere una delle oltre cento imitazioni del piccolo, ora grande, Gianfranco Butinar.

Federico Boccadoro
La Piazza
dicembre 2007

venerdì 14 dicembre 2007

"Arti & Mestieri": mercanti in Fiera


La mostra-mercato, alla sua seconda edizione, ha puntato l’attenzione sui prodotti enogastronomici di qualità

Conciatori, vasai, falegnami, orafi, ricamatori e ceramisti, ma soprattutto gli artigiani del bere e del mangiare si sono dati appuntamento alla nuova Fiera di Roma in via Portuense per la seconda edizione della kermesse “Arti & Mestieri Expò 2007”, una tre giorni di tradizione e creatività. La rassegna, che nella stagione d’esordio registrò la presenza di quattrocento maestri artigiani e oltre centomila visitatori, quest’anno è stata suddivisa per aree tematiche, con zone adibite alle dimostrazioni di antiche arti e mestieri, altre alla realizzazione di prodotti sartoriali, altre ancora alla degustazione di prodotti enogastronomici. Ad “Arti & Mestieri” hanno partecipato artigiani provenienti da ogni parte della penisola, che hanno offerto un panorama completo delle professioni, passando dall’abbigliamento, all’arredamento, dall’oggettistica, all’oreficeria. Nel corso della manifestazione anche un premio dedicato alla “Maestria dell’Aria”, espressione con la quale gli antichi definivano il ricamare, consistita nella realizzazione di uno fra gli accessori più antichi e femminili del mondo: lo scialle. Inoltre, all’interno del progetto “AR come artigianato”, è stato approfondito il cammino di conoscenza e incontro, già iniziato nella prima edizione dell’esposizione, tra le diverse etnie, ponendo l’attenzione alle minoranze etnico-linguistiche presenti in Italia, con l’obiettivo di presentare le tipicità alimentari italiane ed estere in un contesto internazionale all’interno di uno dei più originali e innovativi quartieri fieristici del nostro Paese.


Federico Boccadoro
La Piazza
dicembre 2007

giovedì 13 dicembre 2007

L'ex campo rom diventa un'ippovia



Il parco di Pian Due Torri alla Magliana è tornato finalmente nelle mani dei residenti, con l'inaugurazione ufficiale dell’area, interamente bonificata e restaurata. Proprio lì, dove fino a poche settimane fa regnavano l'illegalità e il degrado, è  sorto un nuovo spazio verde dove passeggiare, leggere il giornale, far giocare i più giovani o fare un giro a cavallo sui percorsi della neonata ippovia. A festeggiare assieme ai cittadini l’assessore per le Politiche della sicurezza del Comune di Roma, Jean Leonard Touadì. “L’inaugurazione del parco urbano Pian Due Torri – ha affermato Touadì – è un evento molto importante per la nostra città e per il XV Municipio. è una tappa importante del percorso intrapreso da diversi mesi che prevede, nel caso degli argini dei nostri fiumi, successivamente agli sgomberi, opere di bonifica e di riqualificazione che consentano ai cittadini di riappropriarsi del proprio territorio. In futuro lavoreremo quotidianamente per garantire la sicurezza e la vivibilità degli argini di Tevere e Aniene, coinvolgendo tutte le istituzioni competenti, dando la possibilità ai nostri cittadini di poter fruire liberamente di tutti gli spazi urbani della nostra città. Il fatto – ha concluso l’assessore – che qui a Magliana i ragazzi del quartiere abbiano potuto passeggiare in bici, gli scout montare le loro tende, i bambini dilettarsi a passeggiare con dei pony sull’ippovia appena inaugurata è un segnale molto forte di vivibilità”.



Federico Boccadoro
La Piazza
dicembre 2007

martedì 11 dicembre 2007

Quegli “Spacciatori di soldi" dalla Magliana



C’eravamo lasciati lo scorso anno con l’uscita dei “I dannati, i militanti e lo stregone” e già dopo dodici mesi segue questa nuova pubblicazione degli Uniplux, completamente rinnovati nell’organico (ovviamente tranne il leader cantante - chitarrista Fabio Nardelli ed alcuni collaboratori di studio,  suoi vecchi fedelissimi amici, tra cui spicca il tastierista Enrico Cosimi). Il nuovo lavoro si chiama provocatoriamente “Spacciatori di soldi”, e già il titolo la dice lunga sulle posizioni antagoniste del suo leader, che alterna la sua professione di psicoterapeuta Reichiano con quella di cantautore rock. I testi dei brani parlano ancora di problematiche sociali (la prostituzione minorile, la malattia psichica, lo strapotere delle lobby dei ricchi e dei potenti della terra che spacciano soldi, armi, droga e morte, lo schifo di questa società neocapitalista in cui siamo tutti, volenti o nolenti, costretti a vivere). Il tutto sotto la lente d’ingrandimento della  personale chiave di lettura di Nardelli che deve molto e paga pegno alle geniali intuizioni dei suoi maestri Reich, Marx, Castaneda e altri grandi pensatori del ’900. Da segnalare che Fabio Nardelli è impegnato nella costituzione della nuova associazione “No slappers” che ha come obbiettivo di dar visibilità ai gruppi indipendenti di Roma, autegestita dai musicisti stessi, cercando di uscire dall’ottica di mercato delle multinazionali discografiche, poco attente a valorizzare le risorse culturali dei giovani musicisti emergenti. Tutte le informazioni sull’associazione, sulla band e sul nuovo disco degli Uniplux si possono trovare anche in rete all’indirizzo web www.uniplux.com.

Federico Boccadoro
La Piazza
dicembre 2007

sabato 8 dicembre 2007

Anziani in prima fila: con la Provincia si può



Un grande numero di persone non ha, per motivi diversi, la possibilità di recarsi di sera a teatro. Si tratta in genere di persone anziane che così restano esclusi dalla possibile fruizione di iniziative artistiche e culturali. Per questo motivo, l’associazione culturale Epicentro Arte, con il contributo e il sostegno del presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra e del presidente del gruppo Ulivo per il Pd Pina Maturani,  hanno proposto al Teatro Verde uno spettacolo - concerto dal titolo “Don Giovanni” di Edoardo Fiorito, riservato ai centri anziani del territorio, nel tentativo di avvicinare al teatro il maggior numero di persone.
“La Provincia di Roma – ha sottolineato Maturani – è da sempre stata in prima linea nel contribuire a questo tipo d’iniziative culturali, specie se i protagonisti in questione sono i giovani artisti che, spesso, non trovano gli spazi necessari per poter esprimere il loro talento professionale. Continueremo, anche nel  futuro, in questa direzione”.

Federico Boccadoro
La Piazza
dicembre 2007

mercoledì 28 novembre 2007

Spigoli, sbagli e radioline



Il pallone è rotondo, ci è stato insegnato fin da bambini; ultimamente sembra che sia sempre più spigoloso. In realtà non è solo il calcio ad aver cambiato forma: sono certe persone che dimostrano di essere diventate spigolose. E di sbagliare. Se poi ci si mettono altre persone che sbagliano nel commentare gli sbagli di altri, scortando altri ancora a sbagliare, il circolo vizioso si chiude e non se ne viene più a capo.
Troppo spesso i media puntano i riflettori su fatti di bullismo, di violenze e di criminalità, trasformando i protagonisti illegittimi di ferocie e devastazioni in stars hollywoodiane. In tutto ciò “eupalla”, come il maestro Gianni Brera definì il calcio, non c’entra ma ne paga le conseguenze. La tragica morte di Gabriele Sandri, il deejay romano tifoso della Lazio, in viaggio per assistere alla trasferta della sua squadra, oltre a lasciare sgomenti e addolorati, aumenta il senso di rimpianto per quelle irripetibili emozioni domenicali che soltanto il calcio d’un tempo e i personaggi che vi ruotavano attorno sapevano suscitare, quando una radiolina frusciante “eccitava” molto più di dieci “dirette gol” simultanee a pagamento. Scusa Ameri, scusa Ciotti, ci mancate tanto.


Federico Boccadoro
La Piazza
Novembre 2007

martedì 27 novembre 2007

Cara, vecchia Garbaland

“Per la mano augusta di S.M. il Re Vittorio Emanuele II l’Ente autonomo per lo sviluppo marittimo e industriale e l’Istituto delle case popolari di Roma con la collaborazione delle cooperative di lavoro ad offrire quieta e sana stanza agli artefici del rinascimento economico della capitale. Questo aprico quartiere fondano oggi”.



Con questa frase, riportata sull’epigrafe murata dell’edificio di piazza Benedetto Brin, veniva posta nel febbraio 1920 la prima pietra per la costruzione del primo rione “operaio” di Roma. Ottantasette anni di storia, Garbatella rappresenta senz’altro uno dei luoghi più significativi della città, dov’è possibile riconoscere ancora un’autentica tradizione popolare e tracce di eventi testimonianze legate alla seconda guerra mondiale, ai terribili anni del fascismo, alla Resistenza. Un patrimonio di democrazia che appartiene a un quartiere che storicamente ha vissuto queste realtà fin dalla sua origine.
Se i cortili, veri e propri punti di ritrovo eletti dagli abitanti, rappresentano uno degli elementi peculiari e più caratteristici del quartiere, le piazze della “città giardino” sono le aree nelle quali la dimensione metropolitana viene meno e le palazzine basse che le circondano, denominate lotti, appaiono come villaggi a misura d’uomo.
Una Roma diversa, dove il tempo sembra essersi fermato, che si piace così e che non vuole cambiare mai.

Federico Boccadoro
La Piazza
Novembre 2007

lunedì 26 novembre 2007

Nelle campagne dell'Accattone



Quattro giorni, tra incontri, film, spettacoli teatrali, mostre fotografiche alla biblioteca del Trullo in via Monte delle Capre e al teatro Arvalia in via Quirino Majorana, per ricordare Pier Paolo Pasolini a trentadue anni dalla sua scomparsa.

Questa l’iniziativa del Municipio Roma XV con il sostegno dell’assessore alla Cultura del Comune di Roma Silvio Di Francia, organizzata dal 22 al 25 novembre scorsi con l’intento di rafforzare un’identità culturale del quartiere, ieri periferia anonima e oggi centro aggregativo di etnie e culture diverse. Al Trullo Pasolini ambientò uno dei suoi film più celebri, “Uccellacci e Uccellini”, girato nelle campagne che circondano ancora il quartiere. è proprio in quelle campagne, sulla collina che da Montecucco arriva fino alla torre Righetti, si è svolta una passeggiata organizzata dall’associazione “Insieme per il Trullo” nel corso della serie di eventi culturali intitolata “Storie di vita”.
Al grande artista è stato inoltre dedicata una tavola rotonda intitolata “Pasolini e la periferia”, una mostra fotografica e una serie di proiezioni di alcuni celebri film tra i quali “Il Vangelo secondo Matteo” e “Mamma Roma”.
Due gli spettacoli teatrali in memoria del regista: una performance di Sarina Aletta sulla vita e l’anima del poeta, memoria dei testi poetici e testimonianze inedite di personaggi legati alla sua vita; “P.ianoforte P.er Pasolini”, andato in scena al teatro Arvalia, a cura di Gianluca Bottoni con Alessia Olivetti e brani accompagnati dalla musica al pianoforte di Francesco Paniccia.
Nel corso delle quattro giornate di eventi è stato lanciato anche un concorso letterario sul tema delle multietnicità che troverà il suo epilogo nel mese di novembre del prossimo anno.

Federico Boccadoro
La Piazza
Novembre 2007

martedì 23 ottobre 2007

Sergio Ciucci: “Io, stilista che regala sogni”

Pittura, arte figurativa, scenografia, costume, moda: questo il percorso professionale dello stilista romano famoso nel mondo, che con le sue creazioni trasforma ogni giorno un lavoro impegnativo in una favola.


Lo hanno definito “lo stilista pittore” perché la sua passione per la moda ha radici lontane nel tempo quando, ancora bambino, si divertiva a liberare la sua mano destra sopra una grande tela, nella quale esprimeva il suo amore per l’arte e la pittura.
Oggi, dopo un percorso professionale passato anche per la scenografia e il costume, il trentaseienne Sergio Ciucci potrebbe anche concedersi la definizione di “romano nel mondo”, visto che i suoi impegni sono distribuiti fra l’Italia e Parigi (dove attualmente è il responsabile di “Galliano”, la seconda linea donna dello stilista John Galliano, prodotta e distribuita da una holding italiana), ma anche a Tokio, in Giappone, è conosciuto per averci lavorato qualche anno fa.
“Ho iniziato a Parigi come assistente di Maurizio Galante. Facevo di tutto, raccoglievo anche le spille che cadevano a terra”.
La fatica, il sacrificio, l’attenzione e la cura per i minimi dettagli sono alla base del suo credo professionale: “Quando si lavora a certi livelli non esistono sabato e domenica e nemmeno momenti di pausa: ci si applica costantemente, si prova, si entra nel mondo degli ‘altri’ e si cerca di tradurre un’idea in un progetto da adattare alle esigenze della gente”.
La moda, le passerelle, un mondo incantato solo per chi lo vede dall’esterno, non per chi c’è dentro.
“Prima di una sfilata, dove in pochi minuti bisogna saper rappresentare nel migliore dei modi le tue idee a chi ti guarda, può succedere di lavorare anche per tre giorni di seguito, senza nemmeno dormire un attimo; per me la moda è un sogno e i sogni devono essere solo... sogni”.
Sul tema delle taglie trentotto, delle modelle anoressiche, tanto attuale negli ultimi tempi, Sergio ha le idee molto chiare: “Nel mio mondo l’anoressia esiste, ma se si arriva a tanto non è certo colpa della moda, casomai della società di oggi che impone l’apparenza come valore fondamentale; le modelle ‘vere’ mangiano e sono predisposte per le passerelle sin da bambine. Non nascondiamoci dietro la frase ‘è colpa degli stilisti’. Gli stilisti indicano la luna e molti, purtroppo, si soffermano a guardare il dito”.
La moda cambia, si trasforma repentinamente, crea, distrugge nell’arco di una stagione. Dove sarà diretta tra vent’anni?
“Ci stiamo dirigendo sempre più verso l’eleganza e la proporzione, anche se i maggiori mutamenti saranno determinati soltanto dalle trasformazioni del clima del nostro pianeta”.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
ottobre 2007

lunedì 22 ottobre 2007

All'insegna del passato










Tutte le città attraversano diverse stagioni, come gli uomini del resto. Anche la Roma di oggi è diversa da quella di quindici anni fa, come quella di allora era diversa da quella di quindici anni prima e così via.

Ci sono tuttavia dei legami tra i diversi periodi che restano inossidabili col passare del tempo: oltre alla maestosità architettonica tramandata dal glorioso passato, sono le vecchie insegne dei negozi, che si possono osservare soltanto passeggiando con occhio attento tra le vie di molti quartieri capitolini, a stagliarsi di tanto in tanto tra le più moderne attività commerciali di “ultima generazione”.
è così, che accanto a un alternativo discount o a un arredato centro estetico, si distinguono insegne più o meno luminose e usurate dal tempo di esercizi che al giorno d’oggi assumono un aspetto antiquato, ma che proprio per il loro modo d’identificarsi (ad esempio quello di essere conosciute soltanto da un ristretto numero di clienti delle vie limitrofe), appaiono più attuali che mai e sempre contemporanei.
Proprio quelle vecchie scritte, spesso espressione di decennali attività a carattere familiare, sono la dimostrazione più lampante di come antico e moderno riescano ancora a coesistere nel periodo in cui i “piccoli commercianti”, fagocitati dalle vetrine caotiche dei maxicentri commerciali, da freddi negozi di elettronica e da prestigiosi show room d’alta moda, rischiano di scomparire nel vortice delle più recenti trasformazioni urbane.


Federico Boccadoro
"La Piazza"
ottobre 2007

sabato 20 ottobre 2007

Teatro Arvalia, un'ottima annata


Sarà una stagione ricca di appuntamenti quella del nuovo teatro Arvalia, recentemente inaugurato lo scorso mese di dicembre


Quella che è appena cominciata è la prima vera stagione dello spazio culturale di via Quirino Majorana, dopo la breve parentesi delle opere messe in scena all’inizio dell’anno.
Rem&Cap, Serena Sinigaglia, Roberto Latini, l’Accademia degli Artefatti e tante altre compagnie e artisti, sono il fiore all’occhiello della programmazione di quest’anno, orientata verso il mondo multiforme e creativo dell’avanguardia teatrale.
“Sarà una stagione con una grande varietà di linguaggi sperimentali – ha dichiarato soddisfatta la direttrice del teatro Valentina Marcialis – orientati a coinvolgere quanto più possibile la popolazione che assisterà agli spettacoli”.
La stagione si è aperta con la coppia - simbolo del teatro d’innovazione italiano: Claudio Remondi e Riccardo Caporossi (Rem&Cap), ideatori e interpreti di uno spettacolo intitolato “Me&Me” che investiga sulle possibilità della messa in scena e del linguaggio.
Un classico per eccellenza andrà in scena a novemmbre (dal 20 al 25): il “Don Giovanni” è lo spunto per un nuovo adattamento della commedia di Molière, realizzato dalla compagnia L’Officina del Teatro e diretto dalla stessa Marcialis.
Dal 28 novembre al 2 dicembre sarà la volta de “L’Ambito” di Oscar Stuardo, una messa in scena che si avvale della parola così come di suggestive azioni fisiche per creare un’atmosfera aerea e surreale.
L’Accademia degli Artefatti presenta a dicembre (dal 4 al 9) un omaggio a Martin Crimp, tre lavori tratti dalle opere del drammaturgo inglese.
L’anno nuovo si apre con una rivisitazione dell’Otello: “Iago”, firmata e diretta da Roberto Latini (dall’8 al 13 gennaio 2008), che lui stesso definisce un “concerto scenico con pretesto shakesperiano per voce dissidente e musica complice”.
Dal 18 al 20 gennaio è poi la volta di Naira Gonzales, che presenta il suo monologo “Kronos Gelato” tratto da una poesia di Luca Calbot e dedicato allo scorrere del nostro tempo.
A febbraio (dal 7 al 10), va in scena “Come acqua”, realizzato dalla compagnia Muta Imago, un gruppo nato nel 2004.
L’ultimo appuntamento in cartellone è quello con il gruppo Teatro Sotterraneo che il 14 e 16 marzo presenterà due brevi performances: “Eko” e “Una tantum”.
Alla conferenza stampa di presentazione della nuova stagione era presente anche l’assessore alla Cultura del Comune di Roma Silvio Di Francia che si è detto entusiasta della programmazione del teatro del Quindicesimo: “Lo spettacolo a Roma sta tornando di grande moda; i recenti, entusiasmanti, dati lo stanno a dimostrare. Mi complimento con la direzione di questo bel teatro nella persona di Valentina Marcialis e mi auguro di poter assistere di persona a qualche rappresentazione nel corso dell’anno”.
Per il presidente del Municipio Roma XV Gianni Paris “gli spettacoli saranno di grande pregio artistico in un luogo culturale volutamente recuperato e restituito alla popolazione”.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
ottobre 2007

martedì 16 ottobre 2007

Magliana, operazione legalità


Sgomberato il campo nomadi di Riva Pian Due Torri.




Si è svolto nella mattina del 12 ottobre scorso lo sgombero dell’insediamento abusivo a Riva Pian Due Torri, la zona lungo l’argine del Tevere all’altezza del Ponte della Magliana.
L’operazione ha permesso l’identificazione di 50 nomadi di nazionalità rumena e di dieci minori e ha visto al lavoro 30 agenti della polizia di Stato, 12 vigili della Polizia municipale del XV Gruppo, operatori del canile municipale, del 118 e dei servizi Sociali del Comune di Roma.
Si è proceduto poi alla bonifica dell’area, che sorge tra l’argine del Tevere e la pista ciclabile, con la rimozione di almeno 30 baracche e rifiuti vari.
“Esprimo soddisfazione per questo sgombero – ha dichiarato il presidente del XV Municipio, Gianni Paris – che rida al quartiere maggiori condizioni di sicurezza e sottrae i nomadi, soprattutto i bambini, a una situazione di vita quotidiana precaria e priva delle più elementari norme igieniche. Ho già scritto all’assessore comunale alle Politiche ambientali e al sindaco perché quest’area sia subito oggetto di investimenti, affinché a questa prima sistemazione segua in tempi celeri la realizzazione di un vero e proprio parco attrezzato, che sia fruibile dai cittadini e diventi così un dissuasore definitivo di altri insediamenti. Ho concordato per questo – continua Paris – con l’assessore Touadi l’attivazione di un tavolo di lavoro affinché questo desiderio, che è anche di molti residenti, possa diventare presto realtà”.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
ottobre 2007

lunedì 24 settembre 2007

“Il raddoppio del ponte sarà presto una realtà”

Intervista al presidente del XV Municipio Gianni Paris che illustra ai cittadini le importanti priorità dei prossimi mesi. Tra queste, un’opera fondamentale per via Portuense



Un autunno pieno di novità per il Quindicesimo. Ad illustrare quelle ritenute più considerevoli ed imminenti è il presidente del Municipio XV Gianni Paris, che spazia apertamente tra i temi più caldi del momento, anticipando ai cittadini i prossimi impegni previsti dal suo programma.


VIABILITA'
“La novità più rilevante riguarda senz’altro l’allargamento a due carreggiate del ponte di via Portuense all’altezza dell’ex drugstore. Nelle scorse settimane è uscito l’atteso bando delle ferrovie dello Stato che permetterà presto l’inizio dei lavori di basilare importanza per la via Portuense. Il raddoppio del ponticello consentirà contemporaneamente di eliminare il problema traffico in una zona del nostro territorio molto frequentata e allo stesso tempo di creare nuovi percorsi per i mezzi pubblici, collegando direttamente la Portuense con la zona Marconi - Ostiense. Un’altra opera d’estrema importanza e attualmente in fase di elaborazione è la realizzazione di una rotonda su via della Muratella che consentirà al traffico di quella zona di non congestionare il centro di Ponte Galeria”.

SCUOLA
“Prosegue senza soste e con risultati inequivocabili il nostro impegno verso l’azzeramento delle liste d’attesa per i bambini degli asili nido. Dopo le recenti inaugurazioni nel corso della scorsa primavera di due nuove ed efficienti strutture a Casetta Mattei e alla Magliana, stiamo per tagliare il nastro di altri due nuovi centri per bambini da zero a tre anni: il primo a Corviale, il secondo presso la Fiera di Roma a Ponte Galeria, che accoglieranno in totale altri centoventi elementi. Inoltre, durante i recenti mesi estivi, sono stati realizzati numerosi interventi di manutenzione e messa a norma di diverse strutture, che pertanto vanno ad arricchire la qualità dell’offerta per le famiglie dei nostri quartieri”.

AMBIENTE E TERRITORIO
“Il progetto intitolato ‘Dona un albero al pianeta, piantalo nel tuo Municipio’ ha terminato la sua prima fase con la piantumazione di quindicimila alberi in alcune zone strategiche del nostro municipio. Ora intendiamo passare alla fase successiva, cioè quella di coinvolgere la popolazione all’acquisto degli alberi già sistemati, aderendo così, nel nostro piccolo, alle volontà dell’Onu sull’ambiente”.

CULTURA
“Dopo un’estate che ci ha visti protagonisti attraverso molteplici iniziative culturali, tra le quali vorrei rimarcare il grande successo di pubblico della sesta edizione del Premio Fabrizio De André, la stagione degli appuntamenti in piazza è proseguita anche per tutto il mese di settembre con una serie di serate cinematografiche in alcune zone dei nostri quartieri. Questa, inoltre, sarà la prima vera stagione di programmazione del Teatro Arvalia, inaugurato alla fine dello scorso anno in via Quirino Majorana, che vedrà in palisesto un cartellone di tutto rispetto”:

SPORT E TEMPO LIBERO
“Molta attenzione anche per quanto riguarda le attività sportive del territorio: dopo la grande inaugurazione del campo di rugby a Corviale e l’attuale ristrutturazione del campo di calcio del Trullo, organizzeremo altre iniziative sportive sul territorio e seguiremo con trepidazione la seconda stagione consecutiva del San Raffaele Basket in serie A, vero e proprio fiore all’occhiello per il nostro municipio”.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
settembre 2007

domenica 23 settembre 2007

Portuense, quando il sangue si fa amaro

“Il deficit sanitario? Vogliono risanarlo a spese di noi cittadini”.
Laboratori convenzionati in fermento: “Se non si troverà presto un punto d’accordo saremo costretti a tagli dolorosissimi”





Il piano di rientro del deficit nel comparto sanitario lasciato in eredità dal passato e approvato nei mesi scorsi dalla Regione Lazio sta provocando evidenti ripercussioni anche nei poli sanitari del Quindicesimo. Il quadro che si manifesta nei centri assistenziali è quanto mai preoccupante: gli ambulatori delle Asl e quelli ospedalieri gremiti quotidianamente di pazienti che si sottopongono a visite e analisi (con il serio rischio che il piano di riduzione delle liste di attesa resti, al momento, un’aspirata utopia) e laboratori di analisi convenzionati desolatamente deserti, costretti in un’apnea finanziaria che sta provocando ricadute negative sull’occupazione degli stessi medici e impiegati.
“Il deficit sanitario? Vogliono risanarlo a spese di noi cittadini – dichiara Mario Bernacci, in coda dalle prime ore dell’alba presso il San Camillo per effettuare un semplice prelievo del sangue –. Questa situazione è diventata insostenibile: come possono persone allettate o molto anziane, donne con gravidanze a rischio raggiungere le strutture pubbliche, spesso molto distanti dalle zone in cui vivono?”.
Mentre nelle Asl e negli ospedali della zona è caos, nei laboratori convenzionati è calma piatta, forse persino eccessiva.
“Stiamo lavorando da diversi mesi in condizioni di assoluta incertezza e precarietà – mette in guardia il dottor Aldo Anastasi, titolare di due moderni ed efficienti laboratori di analisi cliniche al Portuense e a Monteverde –. Da oltre trent’anni, dal 1975 per la precisione, i nostri centri rappresentano un punto di riferimento per gran parte della popolazione residente nei nostri quartieri. Da sempre garantiamo ai nostri pazienti puntualità, impegno e funzionalità, grazie agli investimenti compiuti nel tempo che ci hanno permesso di lavorare ottenendo risultati al limite della precisione. Purtroppo, la situazione che si è andata a verificare negli ultimi mesi, sta compromettendo seriamente tutto questo, tanto che se non si troverà un punto d’accordo con le istituzioni, saremo costretti a una riduzione dei costi che, inevitabilmente, andranno ad incidere sulle prestazioni e sugli stessi addetti ai lavori, con tagli che diventerebbero dolorosi ma necessari”.
Sulla stessa lunghezza d’onda è l’opinione del dottor Antonio Mastrostefano: “Le limitazioni imposte dalle disposizioni diffuse dal piano di rientro del deficit sanitario della Regione Lazio implicano disagi forse non adeguatamente considerati dal legislatore: molti pazienti hanno ad esempio molte difficoltà a raggiungere le strutture pubbliche, la cui diffusione sul territorio appare tutt’altro che capillare. Le istituzioni competenti indicano come struttura dedicata il Cad (Centro assistenza domiciliare), omettendo però di avvertire che, per le difficoltà di attivazione dovute a carenza di personale, non è sempre disponibile tempestivamente. I pazienti hanno ancora le idee confuse e chiedono le motivazioni di questa situazione, il perché i mass media non hanno dato risalto al problema, quando e se tornerà tutto ‘come era prima’. Molti si sentono addirittura privati della libertà di scegliere la struttura più idonea alla cura della propria salute, soprattutto quando tale scelta era già maturata sulla base della fiducia acquisita a seguito di anni di frequentazione di un centro medico”.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
settembre 2007

Il peso della cultura


Un tempo studiare era un’opportunità riservata solo a pochi; successivamente i termini si erano adeguati e la scuola era diventata dapprima un diritto, poi anche un obbligo per tutti e, laddove una famiglia non fosse stata nelle condizioni economiche di offrire una corretta istruzione ai propri figli, intervenivano le istituzioni con i buoni a sostegno della spesa per il corredo scolastico. Da qualche anno a questa parte, al primo suono della campanella, è pronta puntualmente a partire la crociata contro i costi in ascesa dei libri di testo. Poche settimane fa, le associazioni dei consumatori hanno persino scomodato l’Antitrust che ha chiesto alla Guardia di Finanza di verificare l’andamento dei prezzi negli istituti delle otto principali città italiane. Secondo le stime, quest’anno le famiglie si sono trovate a spendere in libri scolastici intorno a 320 euro per figlio, il 5% in più rispetto al 2006. Nello stesso periodo ha suscitato interesse anche il dato teso a sottolineare che la spesa media settimanale delle famiglie italiane per riviste d’intrattenimento, gossip e cronaca rosa è di 6 euro. A pensarci bene, moltiplicando tale cifra per cinquantadue settimane, si raggiungerebbero esattamente quei 320 euro necessari all’acquisto di tutti i libri di scuola per un anno.
A pensarci altrettanto bene, la differenzia sostanziale tra un libro di letteratura e una rivista che tratta le vicende salottiere di vips più o meno famosi non può limitarsi soltanto a una questione di peso.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
settembre 2007

mercoledì 19 settembre 2007

Infrazione, che passione!



C’è chi passa col rosso, chi effettua sorpassi da brivido, chi mette in atto svolte e cambi di corsia improbabili e chi, perfino, se ne infischia degli attraversamenti pedonali e lambisce gli sventurati passanti, arrivando a sfiorare (e talune volte provocando) un’irrimediabile disgrazia. La situazione riguardo le infrazioni stradali dei romani continua ad essere scoraggiante: in un recente comunicato dell’Asaps, l’associazione amici della Polizia stradale, il quadro viene addirittura definito “allarmante”. Da gennaio ad aprile dell’anno in corso, rispetto a quanto avvenuto nello stesso periodo del 2006, si è registrato un preoccupante aumento delle infrazioni stradali accertate da parte di automobilisti, motociclisti e scooteristi. Sono proprio i conducenti delle due ruote ad aver causato un’impennata delle infrazioni stradali (1.407 quest’anno, contro le 1.114 del 2006).
Oltre alle inosservanze della segnaletica orizzontale e verticale, sono state molteplici le violazioni dei centauri capitolini per guida senza casco o per mancata esibizione di documenti validi; per quanto riguarda gli automobilisti, invece, solo nei primi quattro mesi del 2007, sono state ben 15.891 le infrazioni per il mancato uso delle cinture di sicurezza. Insomma, nonostante le reiterate campagne dei media sulla sicurezza stradale in città, siamo ancora ben lontani dal poter affermare che sulle strade di Roma si possa circolare in tutta tranquillità.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
settembre 2007

martedì 18 settembre 2007

Cartellone ricco, ma è allarme decoro


Presentata la stagione 2007-2008 del Teatro India


La stagione dell’India ha aperto ufficialmente i battenti il 3 ottobre con la prima nazionale, “L’innesto” di Luigi Pirandello per la regia di Monica Conti. Una stagione, quella che si appresta a vivere il teatro di Lungotevere dei Papareschi, ricca di appuntamenti, grazie alla programmazione di tre produzioni interne: “Qui comincia la sventura del signor Bonaventura”, spettacolo sulle strisce di Sergio Tofano diretto da Marco Baliani (dall’8 al 19 novembre), “Ritter Dene Voss”, regia di Piero Maccarinelli (dal 6 novembre al 2 dicembre), “E la notte canta”, regia di Valerio Binasco (dal 13 maggio all’8 giugno del 2008).
a tenere banco è tuttavia un allarme lanciato nelle scorse settimane da Piergiorgio Benvenuti, capogruppo di An alla Provincia di Roma e responsabile del dipartimento Sicurezza di An per il Lazio, che in una nota evidenzia problemi di decoro a seguito dell’insediamenteo abusivo di centinaia di extracomunitari accanto all’ingresso secondario del teatro, abitualmente utilizzato come accesso per i diversamente abili e gli attori. Nella nota Benvenuti sottolinea come “sono state già numerose le segnalazioni inoltrate alle istituzioni dai cittadini del quartiere, ma ancora nessun provvedimento sia stato posto in essere per garantire la sicurezza dello spazio culturale, degli operatori, degli utenti e dei cittadini del quartiere Marconi, che lamentano negli ultimi tempi un incremento di reati come furti di auto, nei negozi e nelle abitazioni”. “A tal riguardo – prosegue Benvenuti – stiamo raccogliendo le firme di protesta fra i cittadini che presenteremo a breve al sindaco Veltroni ed al prefetto di Roma”.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
settembre 2007

sabato 15 settembre 2007

Ottant'anni di magica Roma

L'esposizione all'ex Mattatoio di Testaccio




Ottant’anni di storia giallorossa raccontati attraverso una galleria di maglie, cimeli, foto e giornali d’epoca.
Un percorso lungo otto decenni, che ripercorre le tappe dei successi e dei trionfi, ma anche dei momenti più bui della società. Un’iniziativa senza precedenti quella organizzata dall’unione dei tifosi romanisti, in collaborazione con Regione, Provincia e Comune, presso l’ex Mattatoio di Testaccio: un appuntamento gratuito che ha avvicinato migliaia di tifosi e appassionati giallorossi durante i diciotto giorni di esposizione.
La mostra, composta da venti stand e una vetrina centrale, nella quale sono state messe in bella vista circa 300 maglie originali vestite dai grandi campioni che hanno fatto la storia della Roma, ha ripercorso idealmente tutta la storia della società, nata nel 1927 dalla fusione di Almas, Alba e Fortitudo, con oltre tremila fotografie e cimeli di ogni genere: dagli album delle figurine e gli almanacchi, ai quotidiani di epoche lontane, ai biglietti delle partite storiche.
Tutto parte da quella squadra nata alla fine deggli anni venti, a cavallo delle due guerre mondiali: la Roma di Ferraris IV, il primo capitano, di Corbyons e di Fasanelli. In mezzo una storia “magica” come l’aggettivo che da tanto tempo identifica la squadra giallorossa, fatta di trofei e ricordi di una città assai diversa da quella attuale. Il percorso della mostra non poteva che chiudersi con il passato più recente, la presenza degli ultimi due trofei vinti: la coppa Italia conquistata la scorsa stagione e la supercoppa italiana “strappata” all’Inter poche settimane fa.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
settembre 2007

mercoledì 29 agosto 2007

Vigna Jacobini: via alla riqualificazione

I lavori sono iniziati dopo che il Comune ha ottenuto l’autorizzazione dai familiari delle vittime, proprietari del terreno. Nell’area è prevista la realizzazione di un parco “della memoria”




Dopo quasi nove anni di attesa, finalmente qualcosa si è mosso. Il consiglio provinciale di Roma ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per la realizzazione di un’area dedicata ai bambini nella via del Portuense nella quale il 16 dicembre 1998 il crollo del palazzo al numero civico 65 causò la morte di 27 persone.
Vi nascerà in futuro un parco giochi che, oltre a riqualificare un’area da troppo tempo abbandonata a sé stessa, avrà un forte significato mnemonico per ricordare il tragico evento di quella sciagurata notte di fine autunno e le persone che persero la vita tra le macerie del palazzo.
Al percorso di riqualificazione di via di Vigna Jacobini parteciperà anche il Municipio Roma XV: proprio dalla massima carica istituzionale del Municipio, il presidente Gianni Paris, è giunta una dichiarazione carica di soddisfazione per l’approvazione dei lavori: “Si ridà vita a un luogo dove è avvenuta la tragedia che tutti tristemente ricordiamo. Inizia così un processo di recupero che prevederà per quest’area una sistemazione a verde pubblico. è inoltre intenzione del Municipio dedicare il futuro parco che qui sorgerà alle ventisette vittime che persero la vita schiacciate dal crollo di quella notte”.
L’inizio del piano di recupero dell’area, dopo anni di amarezze e ritardi giudiziari, ha suscitato la soddisfazione anche del comitato delle vittime del Portuense che per voce del presidente Roberto Anconetani ha dichiarato: “Finalmente, dopo otto anni e mezzo dalla tragedia, il terreno dove sorgeva la palazzina è stato dissequestrato. Tanto ci è voluto al sistema giudiziario per decidere che ormai tutti gli elementi di prova che potevano essere raccolti erano esauriti. Purtroppo, a questa decisione si è arrivati senza che le responsabilità venissero definite e perseguite, anche perché nel frattempo è intervenuta la prescrizione. Almeno, dopo che il vincolo del sequestro è stato rimosso, è stato possibile mettere fine allo squallore e al degrado che regnavano a via di Vigna Jacobini; abbiamo chiesto l’intervento del Comune di Roma e fornito le autorizzazioni necessarie per accedere al terreno e iniziare l’opera di risanamento. L’amministrazione ha provveduto con velocità ed efficienza a far rimuovere la vegetazione selvaggia, i rifiuti e le macchine da stampa che ancora occupavano il terreno, ed a realizzare una nuova recinzione per rendere sicura l’area. In futuro, il terreno dovrebbe ospitare un progetto pubblico, un luogo della memoria: una scuola, o un parco dedicato ai bambini, come discusso dai consigli della Provincia e del XV Municipio. Questo si renderà possibile dopo la realizzazione dell’accordo che stiamo discutendo con il Comune di Roma per un’operazione di compensazione edilizia, che darà alle nostre famiglie la possibilità di acquisizione delle case comunali già assegnate e di nuove abitazioni in via delle Vigne; a settembre contiamo di superare le ultime questioni ancora aperte e definire la soluzione che dovrà essere confermata da tutti gli aventi diritto”.


Federico Boccadoro
"La Piazza"
agosto 2007

giovedì 26 luglio 2007

La stagione di Simone

Simone Cristicchi, reduce dalla vittoria sanremese, si racconta: dagli insegnamenti umani di De André e Gaber, ai temi sociali a lui cari come le storie di matti e manicomi


Simone Cristicchi


Lettere, poesie, frasi insensate accennate su fogli stracciati, calligrafie “da prima elementare”. Documenti dimenticati negli archivi, volutamente mai giunti al destinatario e accuratamente allegati alle cartelle cliniche dei pazienti di un manicomio.
Il disagio mentale, i personaggi che trascorrono la loro vita a passeggiare su e giù per una corsia, l’emarginazione, diventano i segni inconfondibili di un unico discorso che Simone Cristicchi, trentenne cantautore romano nato nel popoloso quartiere Tuscolano, porta con sé nelle sue canzoni, rigorosamente d’autore. Margherita, Pipolo, Antonio, il Professore: sono loro i matti che Simone ha incontrato durante il servizio civile, ma anche i matti che noi tutti conosciamo, che ci vivono accanto e che spesso facciamo finta di non considerare.
“Chi è, oggi, il matto? Antonio, che è da quarant’anni chiuso in un manicomio o colui che, non accettando i limiti imposti dalla società, esprime senza barriere le proprie idee?”
Se lo chiede il Cristicchi trionfatore sanremese, mentre sul palco di un altro festival, quello del “Premio De André” alla Magliana, improvvisa, chitarra alla mano, “La domenica delle salme”, davanti agli occhi lucidi di Dori Ghezzi e applaudito da una platea accorsa lì tutta per lui.
“Per me è un onore immenso – rivela in confidenza – fare un omaggio a un grande artista, che per quanto mi riguarda è anche un grande amico. De André è stata una fonte di grandi insegnamenti dal punto di vista musicale e umano per il suo messaggio che ha portato; la sua coerenza è un faro illuminante per la crescita d’ogni cantautore”.
Quello di Simone, sin da bambino, è stato un grande amore per la canzone d’autore, soprattutto per quella italiana: “Se De André ha ‘spaccato in due’ la musica nostrana, non vorrei dimenticare altri grandi personaggi come Gaber, Battisti, Lauzi, Conte, Endrigo ed anche Battiato e Fossati, tutti maestri indispensabili per la mia crescita”.
La musica non deve essere un argomento per pochi e cantare in un quartiere periferico come la Magliana stimola Cristicchi più di ogni altra cosa: “Ritengo che ogni buon cantautore che si rispetti abbia il dovere di portare la musica in periferia. Le canzoni non devono mai assumere connotati elitari e la cultura dei quartieri è necessaria per la crescita di un’intera città”.
I racconti di Cristicchi aggiungono storie alle sue canzoni. “Centro d’igiene mentale” è la sua prima fatica editoriale che ci porta le testimonianze raccolte direttamente dal centro d’igiene mentale di Roma.
“L’opportunità di scrivere un libro mi ha aperto un nuovo mondo, mi ha dato la possibilità di liberarmi dalle regole imposte dalla sinteticità e dalla durata di una canzone e di raccontare dettagliatamente le storie che mi stavano più a cuore”.
“Centro d’igiene mentale” non è soltanto un libro, ma anche uno spettacolo teatrale che il cantautore ha presentato in tutta Italia durante la scorsa primavera e nel quale il tema del disagio mentale viene affrontato attraverso le voci di una galleria di personaggi che mettono continuamente in comunicazione una sensibilità esasperata e acuta con lo sguardo dello spettatore.
Cristicchi cantante, Cristicchi autore e adesso anche scrittore e attore. Non sorprendetevi se un giorno, come il suo matto amico Antonio, un giorno riuscirà pure... a volare.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
luglio 2007

martedì 24 luglio 2007

Dalla Magliana all’Eur, due minuti sorvolando il Tevere



Ci vorranno due minuti, contro i 40 che nell’ora di punta si impiegano in macchina o in autobus, per raggiungere la stessa destinazione: dalla Magliana alla stazione della metro dell’Eur ci si arriverà in funivia.
Il sindaco Walter Veltroni ha deciso di spingere sull’acceleratore per il progetto della cabinovia, progettato da RomaMetropolitane e interamente finanziato dal Comune con 12 milioni di euro. L’intervento verrà realizzato grazie ai poteri speciali sul traffico conferiti al sindaco dal governo.
L’opera sarà pronta a pertire dal 2009: si potrà viaggiare sulla cabinovia come fosse un bus o una metro, utilizzando il bit, il biglietto integrato a tempo. Un tracciato di 650 metri che sorvolerà la via Ostiense, la via del Mare, un circolo sportivo, il viadotto della Magliana (dove raggiungerà l’altezza massima di 35 metri dal suolo), il fiume e l’argine del Tevere, vicino alla pista ciclabile, che però non verrà interrotta. I due capolinea saranno la stazione metro della Magliana e, dall’altra parte del fiume, la scuola “Otto Marzo”, attualmente in stato di abbandono, a via Impruneta. Lungo il cavo d’acciaio si muoveranno 32 cabine da otto posti ciascuna, con frequenze di 10 secondi, che potranno portare fino a 4000 passeggeri l’ora e nelle quali sarà ammesso anche il trasporto delle biciclette.
Bicicletta e cabinovia contribuiranno così ad incrementare il sistema dell’intermodalità dei mezzi di spostamento utili a ridurre l’uso dall’automobile in una città sempre meno vivibile per quanto riguarda gli aspetti della mobilità.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
di luglio 2007

venerdì 20 luglio 2007

Premio De André: ha vinto la musica

Grande successo di pubblico per la sesta edizione della kermesse diventata un appuntamento fisso in XV, atteso dai fedelissimi del cantautore genovese e dagli amanti delle parole d’autore.



Alla fine della sesta edizione del “Premio Fabrizio De André” c’è una sola vincitrice: la musica. Talmente alto è stato infatti il livello delle canzoni d’autore di questo festival che per la giuria, presieduta da Dori Ghezzi e composta da figure di spicco della pubblica amministrazione e del giornalismo, non deve essere stato per niente facile decretare i nomi degli assegnatari dei premi per le sezioni “miglior interprete”, “canzone d’autore” e “poesia”.
Al gruppo palermitano Cordepazze, formato da Alfonso Moscato (voce e chitarra), Michele Segretario (pianoforte e sintetizzatori), Giacomo Di Cara (basso elettrico), Vincenzo Lo Franco (batteria e percussioni), Francesco Incandela (violino) e Davide Severino (tromba), la giuria ha assegnato il premio per il “miglior interprete”, mentre i forlivesi Jang Senato (Gulma alla voce e archi finti logan, Alfredo Nuti alle chitarre, Lollo al piano elettrico e synth, Filippo Mosconi al basso e Mocambo alla batteria e loops) sono stati premiati come “miglior canzone d’autore” e si sono aggiudicati anche la targa Rockol.it, consegnata dal portale della musica italiana che ha dedicato ampio spazio alla manifestazione.
Per quanto riguarda la sezione “poesia”, il premio è andato a Ivan Fedeli con la poesia “Voci e giorni del Giordano allenatore”, declamata nel corso della serata conclusiva da un appassionato e coinvolgente Dario Salvatori.
La sesta edizione del “Premio Fabrizio De Andrè” è stato un successo indiscutibile sotto il profilo della partecipazione cittadina: alla Magliana, nell’ampio spazio a disposizione della piazza intitolata al cantautore genovese scomparso nel 1999, si è registrata una folta affluenza di pubblico proveniente non solo dalle case circostanti, ma anche da altre zone periferiche della città; segno evidente che manifestazioni di questo genere, realizzate in luoghi suggestivi come piazza De André e organizzate in maniera impeccabile per quanto concerne la scelta degli artisti, tendono ad avvicinarsi sempre più alla gente comune, pur mantenendo un aspetto artistico marcatamente d’autore.
Accanto ai musicisti e poeti emergenti, anche quest’anno la kermesse è stata caratterizzata dalla partecipazione di grandi ospiti della musica italiana: Banda Arvalia & Aida Satta Flores, Nielsa, Riccardo Sinigallia, Agricantus, Nando Citarella e i Tamburi del Vesuvio, Peppe Voltarelli, Antonella Ruggiero, Giovanni Nuti, Sud Express, Mariano Deidda, Ginevra Di Marco, Parto delle Nuvole Pesanti e Simone Cristicchi hanno portato la loro musica sul palco di piazza De Andrè. Insieme a loro, anche il giovane e talentuoso attore Ivan Bacchi, il comico cantautore Andrea Rivera, che si è distinto per la sua satira ficcante e intelligente e il giornalista Dario Salvatori, che nel corso delle tre serate sono intervenuti in qualità di lettori d’eccezione delle poesie in concorso.
Anche il presidente del Municipio Roma XV, Gianni Paris, si è dilettato (con eccellenti risultati) a salire sul palco e a interpretare, chitarra in spalla e voce vibrante, un brano di De André.
Peccato soltanto per il forfait dell’ultimo minuto di Edoardo Bennato che, a causa di un’indisposizione, ha dovuto disertare la manifestazione, rimandando la sua presenza alla prossima edizione.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
luglio 2007

giovedì 5 luglio 2007

Se lo screening è preventivo

L’Asl Roma D rivolge l’attenzione alle pazienti dai 25 ai 64 anni con un programma di monitoraggio dei tumori al collo dell’utero

Sulla base dei dati in possesso nel registro dei tumori di Latina, riferiti al 2004, sono 3600 i casi di tumore del collo dell’utero che si verificano ogni anno in Italia (di cui oltre un terzo conducono al decesso della paziente), mentre nel Lazio ci sono circa 19 nuovi casi all’anno ogni centomila donne nella fascia d’età 25-64. La mortalità per tumore del collo dell’utero è definita “evitabile” perché mediante il pap test è possibile identificare ed eliminare le lesioni prima che evolvano in tumore invasivo. Tale attività è pertanto tra i pochi interventi preventivi sanitari ad elevata e dimostrata efficacia.
In questo contesto l’iniziativa “Un minuto per te” è il programma di prevenzione del tumore del collo dell’utero che l’Asl Roma D rivolge alle donne dai 25 ai 64 anni residenti nei municipi di riferimento, effettuato sulla base delle linee guida europee e dal piano oncologico nazionale che raccomandano un controllo da eseguire ogni tre anni. Le donne interessate dal progetto riceveranno una lettera indicante luogo, giorno e ora dell’appuntamento per effettuare l’esame pap-test presso il consultorio familiare più vicino alla loro residenza. Saranno così inserite nel programma di screening che si potrà ripetere gratuitamente ogni tre anni.
Nel 2005 sono state invitate 12.778 donne. Globalmente l’azienda ha raggiunto, con lo screening citologico spontaneo e organizzato, il 26.6% della popolazione bersaglio (57.000 donne anno). Tra la popolazione invitata sono stati eseguiti 1892 esami (15 %).
Nelle scorse settimane alcune consigliere del Municipio Roma XVI e le operatrici dell’Asl si sono recate di persona presso i mercati rionali di Massimina e San Giovanni di Dio, per sensibilizzare le frequentatrici sull’importanza che i controlli preventivi rivestono per questo tipo di malattia.


INTERVISTA AL DOTTOR GIANCARLO PETRICONE, RESPONSABILE DELLO SCREENING

Tutti i vantaggi del pap test

Il dottor Giancarlo Petricone è il responsabile dello screening citologico dell’Asl Roma D. Con lui abbiamo chiarito alcuni punti salienti del progetto “Un minuto per te”, il programma di prevenzione del tumore del collo dell’utero.

In cosa consiste lo screening di popolazione che state effettuando nei vostri quartieri di riferimento?
“Sono procedure di monitoraggio che effettuiamo su una fascia predeterminata della popolazione residente e consistono in un’offerta attiva di un pap test eseguito ogni tre anni su pazienti d’età compresa fra i 25 e i 64 anni”.

Come avviene in dettaglio la procedura?
“Le pazienti verranno invitate per mezzo di una raccomandata nominale ad un appuntamento presso il consultorio di zona per effettuare un pap test gratuitamente e attivare lo screening che avrà un ciclo ogni tre anni. In caso di difficoltà a rispettare il giorno e l’ora prefissati è possibile modificare l’appuntamento telefonando semplicemente al numero verde 800634634 che fisserà un nuovo incontro”.

A cosa serve, nello specifico, il pap test?
“Il pap test permette di svelare con anticipo la presenza di alterazioni cellulari al collo uterino prima che queste scaturiscano un neoplasia, ovvero in un tumore invasivo. Tali alterazioni hanno nel tempo un’evoluzione particolare: possono progredire in vari livelli di gravità o possono avere una remissione spontanea. In un pap test che risulta positivo possiamo evidenziare il tipo di alterazione e il livello di gravità, in modo da poter successivamente effettuare ulteriori approfondimenti come l’esame colposcopico, ovvero una visualizzazione macroscopica molto dettagliata dell’alterazione e confermare la diagnosi del pap test, tenendo la donna sotto osservazione per i successivi due anni con un pap test ogni sei mesi”.

Chi sono le persone incaricate ad effettuare il pap test presso i consultori del territorio?
“Le pazienti che si sottoporranno al controllo possono stare molto tranquille: si tratta di personale altamente qualificato e formato apposta per questo tipo di prelievi. Molto importanti sono i controlli incrociati di qualità che effettuiamo sui vetrini dei test grazie all’ausilio e alla competenza del personale dell’ospedale ‘Grassi’ di Ostia” Tutte le procedure seguono le raccomandazioni imposte dalle linee guida europee, compresi i risultati che verranno inviati a casa in pochi gioni mediante una lettera riservata e personale”.


Federico Boccadoro
"La Piazza"
del 30 giugno 2007

mercoledì 4 luglio 2007

La passione mette le ali


Aeromodellismo alla Tenuta dei massimi
“Arvalia in volo” è un’associazione didattica senza fini di lucro
costituitasi di recente in XV: tra gli obiettivi, quello di diffondere l’amore per gli aerei elettrici nel rispetto del sistema ambientale



Francesco ha solo 10 anni, ma parla e si comporta come un adulto. Di lui stupisce soprattutto la grande disinvoltura nel prendere in mano un radiocomando e guidare un aeromodello elettrico in cielo, con evoluzioni acrobatiche da brividi e atterraggi sulla pista al limite della precisione. “Sono soltanto pochi mesi che mi sono appassionato a questa disciplina – afferma soddisfatto – ma sono già in grado di gestire un volo dall’inizio alla fine senza difficoltà, merito delle consolle di videogiochi che noi bambini usiamo molto più frequentemente degli adulti”.
Il papà Maurizio è da sempre un grande appassionato di modellismo ed è riuscito a coinvolgere il figlio a seguirlo in questo suo hobby: “Durante la settimana progettiamo e prepariamo i nostri aeromodelli, poi il sabato e la domenica veniamo qui, presso l’area incontaminata della Tenuta dei Massimi, a dare sfogo alla nostra passione”.
Una passione che nel territorio del Municipio Roma XV, da un anno questa parte, si identifica nell’associazione “Arvalia in volo”, nata in concomitanza della manifestazione “Primavera in campagna”, tenutasi nella riserva naturale Tenuta dei Massimi ad aprile e maggio dello scorso anno.
“Un successo al di là di ogni più rosea previsione – dichiara Marco Neri, vicepresidente dell’associazione –. Quell’esperienza è risultata particolarmente stimolante per tutti, tanto che, da quel momento, abbiamo ritenuto opportuno iniziare a chiedere i vari permessi necessari per ottenere l’autorizzazione ad avere una sede fissa per i voli all’interno di questa meravigliosa riserva naturale del nostro Municipio”.
Le autorizzazioni, di lì a poco, non sono tardate ad arrivare: dopo il consenso di “Roma Natura”, l’ok del Municipio Roma XV e l’affiliazione alla Fial (Federazione italiana aero modellismo), via Portuense 863, presso la Tenuta dei Massimi, è diventato l’indirizzo imprescindibile per tutti gli appassionati di questa disciplina. Grazie all’impegno del presidente Pino Soffredini, del responsabile didattico Vincenzo De Luca e dei consiglieri Nicola Messere e Sandro Casamatta, “Arvalia in volo” è oggi una realtà associazionistica e senza fini di lucro per tutto il territorio.
“Abbiamo scelto il nome ‘Arvalia’ – spiega il vicepresidente – come forma di gratitudine nei confronti di chi, in Quindicesimo, si è adoperato per darci questa grande possibilità. I nostri obiettivi sono dichiarati: a noi interessa divertirci, far divertire e soprattutto occuparci della parte didattica per i più giovani: sono del parere che ci sia un solido legame che unisce una playstation e un radiocomando dell’aeroplano, con la sostanziale differenza che qui si ha la possibilità di staccare gli occhi da un monitor e guardare il cielo”.
Per i responsabili dell’associazione, divertimento ed educazione civica sono due fattori indissolubili: da un lato la possibilità di apprendere nozioni di costruzione manuale e di elettronica, dall’altro il dovere di rispettare l’ambiente circostante. “Abbiamo creato un vero e proprio modello – conclude Neri – in grado di fruire e di monitorare costantemente un’area protetta come questa”.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
del 30 giugno 2007

martedì 3 luglio 2007

San Raffaele, lo scudetto del cuore


Basket femminile
Dopo la sofferta salvezza delle ragazze di serie A, è arrivato quasi inaspettato il tricolore per le Under 19 allenate da Diotallevi, sbaragliando una concorrenza molto agguerrita

Alla fine di ogni favola si trova sempre un insegnamento. Quello fornito dalle ragazze Under 19 del San Raffaele basket, fresche campionesse d’Italia, indica che nello sport, come nella vita, si può raggiungere qualsiasi traguardo anche partendo da sfavoriti, persino di fronte ad avversari molto più quotati e avvezzi alle vittorie. A quel punto, il gusto del successo è ancora più bello.

Ma andiamo con ordine e ripercorriamo le tappe che hanno condotto il San Raffaele, storica società di basket della capitale al trionfo: alle finali nazionali di Pomezia la squadra di coach Diotallevi era stata inserita nel girone A insieme alla Gymnasum Napoli, alla Fulgor La Spezia e alla Comense.
Dopo il primo successo abbastanza agevole contro la compagine partenopea, Cinili e compagne erano incappate in una sconfitta piuttosto netta contro la Comense. La gara successiva contro La Spezia, dunque, diventava la classica sfida da “dentro o fuori”, visto che i posti disponibili per le semifinali erano solamente due. Con una prova di assoluto carattere e di grande reattività nervosa, guidate da una chirurgica Giulia Toto (21 punti pe lei), le romane sono riuscite ad avere la meglio sulle avversarie liguri scese in campo con il dente avvelenato dopo le prime due sconfitte.
La semifinale era così raggiunta, l’obiettivo minimo centrato. I sogni di finale, in quel momento, erano legati alla sfida contro Udine, un’autentica “corazzata” della categoria.
L’inizio della semifinale si rivelava traumatico per le ragazze di Diotallevi. Udine si mostrava squadra vera e molto solida: giocava a memoria ed era dotata di un arcigna difesa sulla quale si scontravano gli attacchi romani. La prima frazione di gioco si svolgeva a senso unico: Udine dominava, il San Raffaele restava a guardare. Il risultato di metà gara non lasciava dubbi: 27 a 19 per le friulane.
è in quel preciso momento che nel cuore delle giovani capitoline scattava qualcosa di veramente immenso. Al rientro in campo la squadra appariva letteralmente trasformata: Daniela Servillo faceva la differenza con tre triple in tre momenti cruciali: la prima infatti consentiva di portare a termine la rimonta (30-30), la seconda e la terza permettevano l’allungo (41-34).
Il parziale di 21 a 7 fugava ogni dubbio e la gara prendeva una sola direzione, visto che le romane riuscivano poi a “congelare” il vantaggio, aggiudicandosi in contemporanea la sfida e la certezza di essere in finale, ad un passo da un traguardo fino a quel momento impensabile.
Tra il San Raffaele e il trionfo restava lo scoglio più arduo, quella Reyer Venezia data da tutti gli addetti ai lavori come favorita principale per il tricolore.
La prima frazione di gioco, come ampiamente preventivato alla vigilia, risultava in prevalenza di studio. L’importanza della posta in palio bloccava psicologicamente le contendenti che trovavano molta difficoltà nell’andare a canestro. Venezia, tuttavia, si mostrava squadra più compatta e riusciva ad accaparrarsi un discreto vantaggio nelle fasi iniziali del match. è ad inizio ripresa che, animate da una grande voglia di rivalsa, le romane mostravano le unghie alle avversarie mettendo a segno un recupero sensazionale e a ribaltare l’esito del match e a strappare un seccesso che valeva lo scudetto.
“I meriti di questo successo – ha commentato nei giorni successivi il coach Gabriele Diotallevi – sono da estendersi a tutto il gruppo che con grande determinazione e ottimo spirito di sacrificio, è stato in grado di creare giorno dopo giorno i presupposti per vincere questo campionato”.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
del 30 giugno 2007

domenica 1 luglio 2007

Kallos Gimnykòn al Portuense

Vigna Pia: Nuova palestra per la ginnastica artistica in Quindicesimo

Un parterre d’eccezione, dalle più alte cariche istituzionali quali il ministro per le Politiche giovanili e le Attività sportive Giovanna Melandri, a grandi campioni della ginnastica mondiale come Yuri Chechi, hanno impreziosito l’inaugurazione ufficiale della nuova palestra per la ginnastica artistica, presso l’associazione sportiva dilettantistica “Vigna Pia” a via Filippo Tajani.
La struttura, che si va ad aggiungere ad un complesso polisportivo all’avanguardia, è dotata di tutti gli attrezzi necessari per la ginnastica: dal tappeto per il corpo libero alla sbarra, dalle parallele asimmetriche al cavallo con maniglie.
L’inaugurazione, celebrata con l’esibizione di diversi gruppi di giovanissimi impegnati in famosi musical e alcuni esercizi di giovani ginnasti dal sicuro avvenire, ha toccato il momento più alto con l’esposizione itinerante del patrimonio culturale della federazione ginnastica italiana (F.g.i.), rientrante nel progetto ginnico “Kàllos Gimnykòn” (bellezza ginnica). Un viaggio nella storia della ginnastica attraverso un percorso che nasce nell’antica Grecia con le prime Olimpiadi e che confluisce nella storia federale dal 1869 al 2007, scandita dai Giochi Olimpici dell’era moderna.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
del 30 giugno 2007

domenica 17 giugno 2007

“Parlare Musica” ricordando Faber

Il cantautore genovese rivive nelle note e nelle parole dei giovani musicisti e poeti che parteciperanno al tradizionale evento culturale organizzato alla Magliana dal 28 al 30 giugno 2007

Torna anche quest’anno l’immancabile appuntamento con il “Premio Fabrizio De André” che avrà luogo com’è ormai tradizione all’interno dell’omonima piazza dedicata al cantautore genovese, nel “cuore” della Magliana.
L’iniziativa rientra nella programmazione dell’estate romana e raduna per tre sere appassionati di musica italiana e amanti del grande cantautore genovese, scomparso nel 1999.
Dal 28 al 30 giugno, si svolgerà la sesta edizione di “Parlare Musica” organizzato dal Municipio Roma XV insieme alla Fondazione Fabrizio De André di Dori Ghezzi.
Nato nel 2002 da un’idea del presidente del XV Municipio Gianni Paris, il Premio in questi anni è cresciuto così tanto da assumere una fisionomia nazionale e da attrarre proprio quegli artisti che con “Faber” sono cresciuti e artisticamente maturati.
Basti pensare che tra i tanti ospiti che hanno partecipato alle scorse edizioni del Premio ci sono nomi illustri come Sergio Cammariere, Max Gazzè, Teresa De Sio, Piera Degli Esposti, Eugenio Finardi, Morgan, Marcello Murru, Mauro Pagani, i Negramaro, Peppe Barra, Dolcenera, Nicky Nicolai, Mario Venuti, Rocco Papaleo e Francesco Baccini.
Gli ospiti dell’edizione di quest’anno, nel momento in cui andiamo in stampa, sono ancora “top secret”, ma di sicuro non mancheranno figure di spicco della canzone italiana e del panorama artistico nostrano. Pensato per far emergere e far conoscere al grande pubblico giovani cantanti e gruppi musicali emergenti e per dare l’opportunità a nuovi poeti di poter ascoltare, su quel palco, le proprie opere direttamente dalla voce di grandi attori e personaggi dello spettacolo, il Premio si articolerà in tre sezioni: una prima sarà dedicata alla “canzone d’autore”, una seconda al “miglior interprete” e una terza alla “poesia”.
Una giuria di alto livello professionale, presieduta dalla moglie del cantautore Dori Ghezzi, selezionerà i vincitori, ai quali andrà un premio in denaro di 2000 euro e un sostegno alla promozione artistica.
Come nelle precedenti edizioni, verrà data pari rilevanza allo spazio dedicato alla poesia, forma espressiva nella quale Fabrizio De André ci ha lasciato dei segni indelebili e alla musica, arte nella quale il cantautore si cimentò sin da bambino, stravolgendo con i suoi contenuti quella che fino alla sua affermazione era stata la musica italiana tradizionale.
A vincere l’edizione dello scorso anno per la sezione “canzone d’autore” furono gli otto ragazzi e le due ragazze della band “Monopolio di Stato” con la canzone “Le peggio frasi di Prévert”. Il premio come “miglior interprete” andò invece al giovanissimo toscano Alfredo Marasti, classe 1990, che sin dall’età di 12 anni è intento a scrivere canzoni.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
del 31 maggio 2007

sabato 9 giugno 2007

E la chiamano estate

L’estate 2003 è rimasta nella memoria di tutti, finendo negli annali dei record, sia per l’intensità che per la persistenza dell’ondata di caldo. In Italia, le temperature restarono per tutta la stagione ben al di sopra dei 30 gradi e l’alta percentuale d’umidità aumentò la percezione di calore (e di sofferenza) fra la popolazione. Altri Paesi europei, in particolare la Francia, accusarono in maniera anche maggiore le stesse condizioni ambientali.
La domanda più frequente che ci si pone di questi tempi è la seguente: quanto caldo farà quest’anno? A giudicare dall’inconsistenza dell’inverno appena trascorso e ascoltando i pareri più o meno illustri di esperti meteorologi, l’estate 2007 si preannuncia rovente, forse non come quella di quattro anni fa, ma comunque torrida.
E con il caldo ricomincerà la vacanza “ad ogni costo”, l’assalto al miglior posto in spiaggia, le logoranti code in autostrada, i week end “mordi e fuggi”, i prezzi triplicati, i viaggi “fantasma”, il tormentone musicale, i ronzii notturni della zanzara tigre e persino i tradizionali gavettoni di Ferragosto. A settembre, poi, si dovrà necessariamente mentire e raccontare di essersi davvero riposati. Questa, d’altronde, la chiamano (ancora) estate.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
del 31 maggio 2007

martedì 5 giugno 2007

Via Greve prende e raddoppia


L’asilo nido comunale è la sesta struttura aperta negli ultimi quattro anni in Quindicesimo. Il giardino pubblico è il risultato di un lavoro collettivo e partecipato di tecnici e cittadinanza

A un anno dall’inaugurazione del nido di via Pescaglia e a poche settimane da quella dell’asilo di via dei Chiaramonti a Casetta Mattei, gli investimenti del Municipio Roma XV hanno portato all’apertura di una nuova struttura per l’infanzia a via Greve, dove al posto di un istituto superiore da anni in disuso è stato realizzato un nuovo plesso scolastico che ospiterà i bambini da zero a tre anni.
Con quello di via Greve 69, nel cuore del quartiere Magliana, sono ben sei le strutture comunali aperte negli ultimi quattro anni sul territorio municipale.
“Un investimento importante - ha sottolineato il presidente di Roma XV Gianni Paris - che ha portato all’abbattimento delle liste di attesa e ad assicurare un posto certo per i propri figli alle famiglie che hanno fatto richiesta”.
A inaugurare il nuovo nido alla Magliana è intervenuto personalmente anche il sindaco di Roma Walter Veltroni che ha voluto rimarcare il forte impegno comunale “che sta portando quelle che un tempo erano considerate le periferie urbane al centro della vita della città”.
Per quanto riguarda gli aspetti puramente tecnici, si è utilizzato il piano pilotis, ovvero quell’area dell’edificio adibita a porticato, che è stata riprogettata e completamente ristrutturata. Due i piani in tutto per il nuovo nido: il piano rialzato ospita i reparti per i piccoli, quelli dei medi e dei grandi, oltre all’ufficio della coordinatrice, mentre il primo piano ospita i servizi di cucina, le dispense e la lavanderia, oltre agli uffici del personale. I due piani sono collegati da un passavivande per il trasporto dei pasti.
I lavori più importanti hanno riguardato le tramezzature e gli impianti idrico, elettrico, termico e servizi, controsoffitti e tende alle finestre.
Anche questo, come i recenti asili nido progettati e realizzati in Quindicesimo, rispetta gli standard di qualità municipali, offrendo nei 500 metri quadrati di superficie ambienti ampi e luminosi, con grandi vetrate ad altezza di bambino, materiali e colori che creano comfort.
Anche l’area esterna del nido offre caratteristiche pregiate, con uno spazio pavimentato con giochi e tende per il periodo caldo e un’area verde ombreggiata da alti pini per passeggiate protette nella natura.
A poche decine di metri dall’edificio scolastico, sempre a via Greve è stato ufficialmente tagliato il nastro di un nuovo parco-giardino. Nove mesi d’intenso lavoro e un progetto condiviso con gli abitanti della zona per un nuovo spazio verde elaborato da tecnici esperti ma confrontato in assemblee pubbliche con i cittadini. Si è proceduto dapprima con una bonifica del terreno, quindi sono stati realizzati i percorsi pavimentati con materiale ecologico che permette la massima permeabilità e il drenaggio dell’acqua piovana, un campo per il calcetto e per la pallacanestro, l’area giochi e quella per i pic-nic. L’impianto d’irrigazione è completamente automatizzato ed è in grado di recuperare anche l’acqua inutilizzata della fontanella per innaffiare il prato.
Uno spazio tutto nuovo, concepito per consentire la socializzazione e gli incontri tra i cittadini di tutte le età nel tempo libero.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
del 31 maggio 2007

sabato 5 maggio 2007

"Si fa presto a dire amare"


Il celebre psichiatra: “Non ho scritto un libro sull’amore in sé, ma su come educare le nuove generazioni ad esso, in una società che sempre più insegna intrinsecamente il disimpegno sentimentale”


La sala grande della biblioteca di Corviale, già un’ora prima del suo previsto arrivo, era gremita in ogni posto; Paolo Crepet, il noto psichiatra e scrittore, si è presentato con una puntualità svizzera, concedendosi da subito alle numerose domande delle scolaresche presenti e degli adulti interessati ad ascoltare i temi della sua ultima fatica editoriale intitolata “Sull’amore”.
Un libro che parla di innamoramento, gelosia, eros, abbandono, di cosa significhino questi sentimenti e di quanto sia difficile riconoscerne l’importanza nella società di oggi.
Senza quasi rendercene conto, “siamo diventati degli ‘analfabeti affettivi’, dalle vite emotivamente superficiali”.

Sul libro
“Questo - ha esordito l’autore - non è un libro che tratta d’amore in sé, ma su come educare i giovani ad esso, a maggior ragione in una società come quella che viviamo, dove si insegna esclusivamente il disimpegno sentimentale”.

Sull’eros
“L’eros non significa indossare un abito firmato o un paio di slip provocanti; l’eros è soprattutto non essere ripetitivi nella vita, variare le situazioni di vita reale in modo da non cadere nella monotonia”.

SuI GIOVANI
“I giovani sono quelli nelle condizioni migliori per rovesciare questo stato di monotonia. Quello che mi spaventa di un ragazzino è che sia conservatore come un anziano; quando si è giovani bisogna essere rivoluzionari, cambiare e sentire la necessità di modificare le cose che non funzionano; se un ragazzo a diciotto anni accetta tutto ciò che c’è, così come viene, è malinconico”.

Sull’amore virtuale
“Non è un amore negativo, come molti credono, perché permette comunque di esprimersi con un interlocutore, pur immedesimandosi in quello che non si è. Nella realtà è spesso la mancanza di comunicazione a determinare la fine di un rapporto coppia”.

Sulle coppie di fatto
“A chi mi chiede se un’eventuale bocciatura della legge sui ‘dico’ è paragonabile a ciò che sarebbe potuto accadere trent’anni fa se non fosse passato il referendum sull’aborto, rispondo che oggi siamo maggiormente tutelati da leggi già in vigore; allora, saremmo tornati indietro di due secoli”.

Sulla conflittualità
“La conflittualità tra due persone è fatta soprattutto di un accumulo di piccolezze e può essere costruttiva o distruttiva: nel primo caso ci può essere un ritorno all’amore, nel secondo, sono soprattutto le parole a pesare come macigni e a provocare una lenta, inesorabile rottura”.

Sull’abbandono
“Sessant’anni fa non ci si lasciava, perché altrimenti si generava una catastrofe familiare. Oggi i tempi sono cambiati, la donna è molto più indipendente e siamo tutti più preparati alla sopportazione di un abbandono”.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
del 30 aprile 2007

sabato 28 aprile 2007

Avanti, verso la città dei giovani


Ottantacinque mila metri quadrati di superficie interamente a disposizione dei ragazzi. L’area degli ex mercati generali di via Ostiense farà presto largo alla “Città dei giovani”.
è così che il via al restyling, approvato tra la soddisfazine generale lo scorso mese di febbraio, è finalmente una realtà.
Progettato dall’architetto olandese Rem Koolhaas (lo stesso che ha progettato l’ultimo Prada-center a New York), il nuovo complesso polifunzionale, che conserverà gli edifici di maggior valore architettonico del vecchio mercato, comprenderà spazi per la cultura, lo spettacolo, la formazione, il divertimento, il relax.
Grazie a un investimento di 230 milioni di euro, a cui vanno aggiunti i 10 stanziati dal Campidoglio, nei trenta edifici presenti all’interno di via Ostiense 109, nasceranno una mediateca, che oltre ai prodotti più tradizionali offrirà quelli multimediali e ospiterà una delle librerie più grandi d’Europa, di oltre 4 mila metri quadrati, e poi la città dei sapori, il centro enogastronomico dedicato alla ristorazione, compresa quella etnica.
Nel progetto unitario sono stati inoltre contemplati luoghi per l’intrattenimento e per lo spettacolo oltre ad un centro sportivo polifunzionale, con palestre, piscine e saune. E ancora, teatri e studi di registrazione, pub e jazz club che diventeranno altrettante attrattive delle notti romane.
Tutti spazi, dedicati in special modo ai giovani, in cui fare cultura, sport, trascorrere il tempo libero, socializzare, conoscere altre persone e ristorarsi.
Nell’area saranno inoltre ospitati anche alcuni servizi di quartiere nella parte di complesso posto sul lato di via Negri: una biblioteca, una asilo nido, il centro anziani e uno sportello municipale.
Nell’arco di trentasei mesi al massimo il complesso sulla via Ostiense, edificato nel 1922, sarà totalmente trasformato. E i suoi spazi, oggi messi in sicurezza ma in stato di semiabbandono dopo il trasferimento, nel 2002, delle attività al centro agroalimentare sulla via Tiburtina, verranno riconvertiti, pur rispettando quelle che sono le caratteristiche e la storia del luogo.
Un intervento di forte riqualificazione, quindi, nella zona dell’Ostiense, che già ospita l’università di Roma Tre e che così si va ad aggiungere ad altri piani di particolare rilievo per la città, come quello del Campidoglio Due.
“Un progetto, questo degli ex mercati generali, che si inserisce in un complesso di trasformazioni - ha ricordato l’assessore Roberto Morassut - dalla ristrutturazione del padiglione del Mattatoio di Testaccio, alla creazione del ponte sul Tevere e agli interventi sulla mobilità che devono sostenere l’accessibilità e la fruizione per la grande utenza a cui speriamo e prevediamo sarà destinato il nuovo polo culturale.
La Città dei Giovani – ha concluso Morassut – è uno dei simboli della rinascita urbanistica e architettonica di Roma; l’Ostiense cambia faccia e sviluppa la sua vocazione culturale in un progetto di inclusione sociale rivolto soprattutto alle giovani generazioni”.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
del 30 marzo 2007

martedì 24 aprile 2007

Bulli e squilli


Non si può restare indifferenti di fronte agli ultimi episodi avvenuti nelle scuole italiane. Dapprima le botte al disabile, in rigorosa “diretta tvfonino”, quindi il preside malmenato da due genitori scontenti. E ancora: la prof che tira fuori le forbici e minaccia di tagliare la lingua ad un alunno e, come se non bastasse, un’altra che si fa palpeggiare il fondoschiena da un liceale e poi dichiara alla stampa: “ah, se me ne fossi accorta”.
In risposta a queste follie scolastiche, il ministro Fioroni ha varato una legge che proibisce l’uso dei telefonini in classe, intimando sanzioni severe per i trasgressori.
Come faranno adesso i “poveri studenti” ad affrontare il prossimo compito in classe di latino? Già, perché sul web esiste un servizio, ovviamente a pagamento, che consente di ricevere via sms un’intera versione sul cellulare: basta digitare le prime tre parole del passo da tradurre e, in tempo reale, arrivano in risposta sei messaggi di testo con la parafrasi pronta da copiare.
Sembra passato un secolo, invece sono trascorsi solo pochi anni da quando, “armati” di vocabolario e di tanti sacrifici, gongolavamo per un risicato “sei meno meno”, ma almeno ottenuto con pieno merito.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
del 30 marzo 2007

venerdì 20 aprile 2007

"Io speriamo che mi diverto"

Gli anni ottanta. Quante volte ne sentiamo parlare persino con un velo di nostalgia. Sono gli anni in cui qualcosa nel mondo è cambiato, gli anni in cui il gap generazionale è stato subito evidente e ha portato spesso a un continuo confronto e contrasto tra padri e figli. Oggi si ricorda il “movimento”, quella tentata rivoluzione che si è persa gradualmente nelle strade e nelle piazze.
In un periodo nel quale in molti erano convinti che per fare qualcosa bastasse solamente crederci, avere vent’anni significava avere anche la voglia di riscrivere tutto e trovare a tutti i costi un modo di stare al mondo che non fosse imposto dall’alto, ma che nascesse invece da una libera scelta.
E oggi? Chi sono i ventenni di oggi? Che cosa fanno e che cosa dicono? “Toglieteci tutto, ma non i nostri divertimenti”. Questo sembra essere lo slogan dei ventenni di oggi, coloro i quali, anno più anno meno, sono nati nel bel mezzo di quei “mitici ottanta”, quando ancora le case valevano dieci-venti volte meno di adesso e quando i cellulari e internet rappresentavano soltanto una chimera fantascientifica.
“Siamo nati mentre il muro di Berlino cadeva e siamo l’ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie e a saltare la corda - dice Raffaele Molinari, un ventitreenne iscritto a Giurisprudenza -. Andavamo a scuola quando il primo novembre era il giorno di Ognissanti e non la festa Halloween, quando ancora si poteva essere bocciati e siamo stati i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro con i contratti co.co.co. e quelli per cui non costa niente essere licenziati. è vero: non abbiamo fatto la guerra, ma non per questo dobbiamo essere considerati una generazione vuota e senza ideali ed essere additati come coloro che pensano soltanto a divertirsi”.
Già, ma quali sono questi irrinununciabili divertimenti dei ventenni d’oggi? A rispondere è Chiara D., appena diciottenne: “Noi giovani abbiamo più stimoli dei ventenni della vecchia generazione; abbiamo accesso alle informazioni più velocemente grazie ad internet ed è cambiato il modo di comunicare fra di noi grazie alle chat e ai telefoni cellulari. Oggi c’è più possibilità di viaggiare, di conoscere gente nuova, di spendere meno tempo tra le mura di casa”.
Gli fa eco l’amica Paola: “Dei giovani di oggi si hanno, purtroppo, molti pregiudizi: si dice che non abbiamo valori, non è vero. Siamo una generazione alla quale forse non è mancato mai niente, ma non è certo colpa nostra se siamo nati col telefonino in mano o se preferiamo l’abito firmato piuttosto che uno più economico. è tutta la società ad essere cambiata negli ultimi tempi”.
“è tutta una questione di opportunità - ribadisce Marco D’Auria, 26 anni, il più vecchio (si fa per dire) della comitiva -. A noi basterebbe avere almeno le stesse opportunità che hanno avuto i nostri genitori. Mi riferisco, ad esempio, al mondo del lavoro: qui, noi ventenni non potremo mai essere competitivi rispetto alla vecchia generazione. Ci mancano gli spazi e le possibilità. Se non hai un progetto di vita garantito a medio o lungo termine, o rimani tutto il giorno a bighellonare per strada, oppure stai davanti alla playstation a roderti dentro, aspettando che anche quella giornata abbia fine”.
Sulla stessa lunghezza d’onda è la ventiquattrenne Caterina: “Riguardo gli ideali dei ventenni di oggi, credo che siano profondi tanto quanto lo erano quelli dei nostri genitori, ma nell’era moderna si esternano meno e con minor passione e si spende meno tempo per far sì che si possano realizzare”.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
del 30 marzo 2007