martedì 27 novembre 2007

Cara, vecchia Garbaland

“Per la mano augusta di S.M. il Re Vittorio Emanuele II l’Ente autonomo per lo sviluppo marittimo e industriale e l’Istituto delle case popolari di Roma con la collaborazione delle cooperative di lavoro ad offrire quieta e sana stanza agli artefici del rinascimento economico della capitale. Questo aprico quartiere fondano oggi”.



Con questa frase, riportata sull’epigrafe murata dell’edificio di piazza Benedetto Brin, veniva posta nel febbraio 1920 la prima pietra per la costruzione del primo rione “operaio” di Roma. Ottantasette anni di storia, Garbatella rappresenta senz’altro uno dei luoghi più significativi della città, dov’è possibile riconoscere ancora un’autentica tradizione popolare e tracce di eventi testimonianze legate alla seconda guerra mondiale, ai terribili anni del fascismo, alla Resistenza. Un patrimonio di democrazia che appartiene a un quartiere che storicamente ha vissuto queste realtà fin dalla sua origine.
Se i cortili, veri e propri punti di ritrovo eletti dagli abitanti, rappresentano uno degli elementi peculiari e più caratteristici del quartiere, le piazze della “città giardino” sono le aree nelle quali la dimensione metropolitana viene meno e le palazzine basse che le circondano, denominate lotti, appaiono come villaggi a misura d’uomo.
Una Roma diversa, dove il tempo sembra essersi fermato, che si piace così e che non vuole cambiare mai.

Federico Boccadoro
La Piazza
Novembre 2007

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