domenica 23 settembre 2007

Il peso della cultura


Un tempo studiare era un’opportunità riservata solo a pochi; successivamente i termini si erano adeguati e la scuola era diventata dapprima un diritto, poi anche un obbligo per tutti e, laddove una famiglia non fosse stata nelle condizioni economiche di offrire una corretta istruzione ai propri figli, intervenivano le istituzioni con i buoni a sostegno della spesa per il corredo scolastico. Da qualche anno a questa parte, al primo suono della campanella, è pronta puntualmente a partire la crociata contro i costi in ascesa dei libri di testo. Poche settimane fa, le associazioni dei consumatori hanno persino scomodato l’Antitrust che ha chiesto alla Guardia di Finanza di verificare l’andamento dei prezzi negli istituti delle otto principali città italiane. Secondo le stime, quest’anno le famiglie si sono trovate a spendere in libri scolastici intorno a 320 euro per figlio, il 5% in più rispetto al 2006. Nello stesso periodo ha suscitato interesse anche il dato teso a sottolineare che la spesa media settimanale delle famiglie italiane per riviste d’intrattenimento, gossip e cronaca rosa è di 6 euro. A pensarci bene, moltiplicando tale cifra per cinquantadue settimane, si raggiungerebbero esattamente quei 320 euro necessari all’acquisto di tutti i libri di scuola per un anno.
A pensarci altrettanto bene, la differenzia sostanziale tra un libro di letteratura e una rivista che tratta le vicende salottiere di vips più o meno famosi non può limitarsi soltanto a una questione di peso.

Federico Boccadoro
"La Piazza"
settembre 2007

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