Bulli e squilli
Non si può restare indifferenti di fronte agli ultimi episodi avvenuti nelle scuole italiane. Dapprima le botte al disabile, in rigorosa “diretta tvfonino”, quindi il preside malmenato da due genitori scontenti. E ancora: la prof che tira fuori le forbici e minaccia di tagliare la lingua ad un alunno e, come se non bastasse, un’altra che si fa palpeggiare il fondoschiena da un liceale e poi dichiara alla stampa: “ah, se me ne fossi accorta”.
In risposta a queste follie scolastiche, il ministro Fioroni ha varato una legge che proibisce l’uso dei telefonini in classe, intimando sanzioni severe per i trasgressori.
Come faranno adesso i “poveri studenti” ad affrontare il prossimo compito in classe di latino? Già, perché sul web esiste un servizio, ovviamente a pagamento, che consente di ricevere via sms un’intera versione sul cellulare: basta digitare le prime tre parole del passo da tradurre e, in tempo reale, arrivano in risposta sei messaggi di testo con la parafrasi pronta da copiare.
Sembra passato un secolo, invece sono trascorsi solo pochi anni da quando, “armati” di vocabolario e di tanti sacrifici, gongolavamo per un risicato “sei meno meno”, ma almeno ottenuto con pieno merito.
Federico Boccadoro
"La Piazza"
del 30 marzo 2007
2 commenti:
Il bullismo, che e una forma di "nonnismo scolastico", caro Federico, non e una novita, malgrado la fase di radicale involuzione che sta subendo la Scuola italiana, ma bisognerebbe chiederne spiegazione ai vari governi, che succedutisi uno dietro l'altro, di centro-destra e di centro-sinistra, hanno ridotto la Scuola in queste condizioni: i docenti lavorano in condizioni da trincea, e non tanto nelle scuole di avanposto, situate in zone disagiate, ma in piena citta; tutto si fa nelle scuole e negli istituti, meno che quello per cui la Scuola esiste, cioe lezione.
Ormai piegati da anni di maleducazione consentita, di autogestioni ed
occupazioni illecite ma tollerate e tacitamente consentite con apposite
circolari dagli stessi ("furono", dato che ufficialmente ai sensi delle ultime
disposizioni di legge hanno cessato di esistere!) Provveditori agli Studi, a
tal punto che nessuno ormai ci fa piu caso, e dietro le quali non vi e piu
alcun movente politico, data la totale ignoranza degli attori. Docenti che non
hanno piu alcun potere di intervento, in quanto i mezzi repressivi ci sono solo apparentemente.
Leggendo il nuovo regolamento di disciplina, approvato con D.P.R. 24/6/1998
n. 249, ci si accorge di tale situazione di fatto, ovvero le vecchie sanzioni
disciplinari di cui al R.D. 4/5/1925 n. 653 non sono piu operanti (lo studente che si rende indegno di questo nome non puo piu essere allontanato, non puo piu essere ammonito, non puo piu essere sospeso, non puo piu essere espulso, etc.) e ciascuna Istituzione Scolastica deve adottare un proprio regolamento che fissa le sanzioni; lo stesso Dirigente Scolastico (ex Preside) non ha piu autonomia nell'irrogare fino a 5 giorni di sospensione; la sanzione stessa deve avere spirito rieducativo (e non punitivo), e deve essere decisa ed irrogata da un organo collegiale (non si sa quale). Tale organo andrebbe quindi convocato
costituendo un aggravio di lavoro pomeridiano, e gratuito, per i membri che lo compongono, gia frustrati per gli stipendi da fame che percepiscono, per cui il promotore dell'intervento disciplinare non farebbe altro che suscitarsi gli odii e le ire di tutti gli altri, costretti appunto a ritornare il pomeriggio nell'Istituzione per dipanare – barcamenandosi tra vari paletti normativi - questioni delle quali farebbero volentieri a meno.
I docenti, si dimenano tra l'accidia dei Dirigenti Scolastici ed i mezzi normativi inadeguati.
Caro lettore,
non posso darLe torto su alcuna delle sue considerazioni, soprattutto quando fa riferimento alla "maleducazione consentita" da parte degli studenti e sulla mancanza di potere d'intervento da parte di voi docenti.
Mia madre, insegnante da pochi anni in pensione, dice di aver fatto appena in tempo a "fuggire" da un mondo che negli ultimi anni non le apparteneva più!
Pur comprendendo la grave situazione attuale della scuola italiana, resto tuttavia convinto che ci sia una sostanziale differenza tra un insegnante frustrato da vicissitudini professionali che francamente non merita e uno che minaccia (o fa) violenze nei confronti di un suo alunno.
Ringraziandola per il suo intervento Le invio
Cordiali Saluti
Federico Boccadoro
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